Caccia al patrimonio disperso della famiglia Martelli

Un quadro-reliquiario con l’Annunciazione dipinta su madreperla

1. il quadro-reliquiario conservato presso San Lorenzo 1. Il quadro-reliquiario conservato presso San Lorenzo
2. il retro del quadro-reliquiario2. Il retro del quadro-reliquiario
3. l'Annunciazione su madreperla, particolare del quadro-reliquiario3. L'Annunciazione su madreperla, particolare del quadro-reliquiario
4. Francesco Curradi, Annunciazione, depositi della Galleria Palatina di palazzo Pitti4. Francesco Curradi, Annunciazione, depositi della Galleria Palatina di palazzo Pitti
5. Matteo Rosselli, Annunciazione. Prato, San Domenico, cappella Tani5. Matteo Rosselli, Annunciazione. Prato, San Domenico, cappella Tani

Tra gli oggetti donati a San Lorenzo dalle sorelle Martelli è un quadro-reliquiario (fig. 1) con al centro una piccola Annunciazione di forma ovale, dipinta a olio su madreperla. La pittura è inserita al centro di una placca in bronzo dorato, decorata con motivo fitomorfo inciso, nella quale sono incastonate quattro paste vitree rosse e blu, a guisa di gemme, e quattro piccoli ovali che contengono reliquie, con papier-rolle e vetrino trasparente a protezione. L’insieme è contenuto in una ulteriore cornice rettangolare in legno ebanizzato e bronzo dorato e decorazioni a fusione con teste di cherubini e motivi vegetali.

Il retro del quadro (fig. 2) è altrettanto interessante perché vi si vede la lamina di rame che è servita da supporto e nella quale sono inseriti la conchiglia centrale – un’ostrica perlifera – e i quattro piccoli ovali-reliquiario, rivestiti sul retro con carta di reimpiego, su cui si leggono alcune lettere (“alla fo”) e si vedono parti di figure a stampa (la gamba di una figura e parte di una corona). Il quadro-reliquiario è di fattura fiorentina e databile alla prima metà del Seicento, epoca in cui si era affermata la pittura a olio su materiali preziosi, in questo caso la madreperla.

La piccola Annunciazione (fig. 3) vede l’Angelo, con un giglio bianco in mano e le vesti gonfie di vento, scendere dal cielo ad ali spiegate dalla sinistra verso destra, in direzione della Madonna. Col braccio sinistro l’Angelo indica una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo. La Madonna, vestita di rosa e avvolta in un manto blu, è inginocchiata sulla destra, con le mani al petto, mentre accoglie le parole dell’Angelo. Sulla serica superficie dell’interno della conchiglia, quasi una nuvola infusa di luce, si staglia la scena sacra. Sia pure nelle piccole dimensioni, l’ignoto pittore sembra aver voluto conferire morbidezza e cangiantismo ai tessuti, in particolare alle vesti di colore aranciato e violaceo dell’Angelo e al vestito rosa lumeggiato di chiaro della Madonna. I modi del pittore appartengono infatti a una fase della pittura fiorentina in cui venivano accolte nella capitale toscana le istanze della pittura veneta. Per pura suggestione si veda per un confronto una Annunciazione (fig. 4) del fiorentino Francesco Curradi (1570-1661), conservata nei depositi della Galleria Palatina di palazzo Pitti1. Ma si veda soprattutto l’Annunciazione (fig. 5) di un altro importante protagonista di quegli stessi anni, Matteo Rosselli (1578-1650), conservata a Prato in San Domenico, sull’altare della cappella Tani2 (molto simile peraltro a un’altra Annunciazione eseguita dal Rosselli per la Santissima Annunziata di Arezzo). La composizione del nostro piccolo dipinto su madreperla è ribaltata rispetto alla tela del Rosselli, ma è per molti versi simile, a partire dai gesti dei protagonisti fino alla qualità ampia e avvolgente dei panneggi e alla luminosità raggiata del fondo: laddove il Rosselli dipinge il fascio di luce che conduce la colomba verso Maria, nella nostra piccola Annunciazione è la struttura stessa della conchiglia a suggerire il diffondersi di quella luce divina che nel grembo di Maria si fece uomo.

Lisa Corsi


1 Codice di catalogo nazionale 0900192894.
2 Codice di catalogo nazionale 0900040645.